Os1 Box fiscale - 3.2.6.0 Certificazione Unica Percipienti

Os1 Box fiscale - 3.2.6.0 Certificazione Unica Peripienti

Os1 Box fiscale - 3.2.6.0 Certificazione Unica Percipienti

Introduzione

Os1 Box fiscale - 3.2.6.0 Certificazione Unica Percipienti.

Il DL 175/2014 del 21 novembre 2014 (cd Decreto Semplificazioni), pubblicato in Gazzetta ufficiale del 28 novembre 2014 ed in vigore a partire dal 13 dicembre 2014, aggiornato con il provvedimento del 15 gennaio 2016 e successivo provvedimento 10044/2017, ha introdotto alcune novità in merito agli adempimenti fiscali di imprese e cittadini, tra cui la trasmissione delle certificazioni da parte dei sostituti di imposta.
La Certificazione Unica (di seguito CU) accoglie oltre ai dati dei redditi da lavoro dipendente (ex CUD) anche i dati dei redditi da lavoro autonomo (ex certificazioni cartacee). Di fatto la certificazione cartacea che veniva inviata ai percipienti relativa ai redditi ed alle ritenute versate viene inglobata nel modello CU. Quindi i sostituti di imposta dovranno inviare:
- Entro il 31 marzo la certificazione in formato cartaceo al percipiente
- Entro il 7 marzo la certificazione in formato telematico alla Agenzia delle Entrate
La stampa della certificazione dovrà rispettare il modello della CU approvato dall’Agenzia delle Entrate.

Modalità operative

Os1 Box fiscale - 3.2.6.0 Certificazione Unica Percipienti.
La gestione è stata integrata totalmente in OS1BoxFiscale. I clienti caronni srl con contratto s.a.p. attivo riceveranno comunicazione diretta sulle modalità operative di aggiornamento.

Caronni srl reparto software gestionale Os1

 

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Servizi di supporto e assistenza

Spectre e Meltdown

Nelle ultime ore sono emerse informazioni legate ad un bug presente nei processori Intel. Tutti i modelli da quelli di ultima introduzione sul mercato sino alle proposte che risalgono a circa 10 anni fa, legato alla modalità di gestione della memoria virtuale.

l bug permetterebbe ai programmi di accedere ai contenuti nella memoria che sono di pertinenza del kernel.

Una soluzione via software è al momento attuale in via di implementazione per i sistemi operativi Linux, Windows e macOS: nel primo è stata già rilasciata per quanto in modo non pubblico, mentre per Windows ci si attende un fix integrato in uno dei prossimi aggiornamenti.

Il fix software è richiesto necessariamente in quanto il bug può essere corretto solo a livello hardware, e lo sarà con le future versioni di processore che Intel immetterà in commercio. La soluzione software ha però una evidente controindicazione: secondo le informazioni al momento attuale disponibili introduce un impatto negativo sulle prestazioni quantificato nel 5% come minimo e nel 30-35% come massimo.

La conseguenza pratica è che i sistemi basati su CPU Intel sono in questo momento soggetti ad una evidente penalizzazione prestazionale necessaria per correggere il bug ed evitare che da questo possano insorgere problemi di sicurezza.

Pensando al numero di sistemi server basati su CPU Intel presenti nel mondo, ben si capisce quanto vasta sia la portata di questo bug e i rischi che una sua presenza possa generare in termini di attacchi.

Spectre e Meltdown: le soluzioni

Proprio le contromisure sono l'aspetto più significativo di Spectre, perché fondamentalmente sono poche e non centralizzate.

Oltre a correzioni nei sistemi operativi e nel microcodice dei processori, infatti, la maggioranza delle correzioni dovranno arrivare nei singoli software, che dovranno essere ricompilati per tenere in conto la possibilità di attacco tramite Spectre. Non si tratta, però, di soluzioni definitive che eliminano il problema, ma di tentativi di arginare il problema.

Tutti i processori sono coinvolti: Intel, AMD e ARM sono impegnate a sviluppare delle pezze. AMD afferma che i suoi processori sono immuni alla lettura dei dati dal kernel e sono vulnerabili in alcuni casi specifici alla lettura di dati nella memoria dei processi.

Sono al momento in fase di rilascio aggiornamenti per Windows, macOS e Linux, con i principali browser (Chrome, Firefox, Edge, Safari) che seguono a ruota e stanno ricevendo o riceveranno aggiornamenti. Entro la fine della prossima settimana, Intel stima che il 90% dei dispositivi con processori degli ultimi 5 anni saranno protetti. È quindi importante tenere monitorati i messaggi che propongono aggiornamenti ed eseguirli.

Non si tratta di problemi di importanza secondaria o di eventualità remote che possono essere trascurate. L'allarmismo sembra giustificato dalla gravità dei problemi. Installare gli aggiornamenti che mitigano le problematiche è essenziale per poter utilizzare senza preoccupazioni (o quasi) prodotti collegati alla Rete, poiché il rischio è quello di lasciare accesso a informazioni riservate come dati bancari, password e così via.

Le incompatibilità con i software antivirus

Microsoft  ha annunciato che non distribuirà agli utenti gli aggiornamenti di sicurezza finché i programmi antivirus in uso non saranno resi compatibili con la patch. Per renderli compatibili occorre aggiornare il software, quindi aggiungere una speciale chiave di registro a Window. Sarà questa implementazione a comunicare al  sistema operativo Windows che quel tal prodotto antivirus è compatibili e consentirà quindi l'installazione della patch.

Microsoft ha quindi chiesto ai vendor di software antivirus di creare questa chiave perché, in fase di test, la patch ha determinato a causa dell'incompatibilità con l'antivirus in uso, il crash del sistema: la famosa Blue Screen of Death (BSOD) che impedisce ulteriori tentativi di boot. 

Gli utenti con antivirus di Terze Parti  devono chiedere informazioni ai vendor: possiamo confermare che i software antivirus Quick Heal e Seqrite sono perfettamente compatibili con la patch di Windows poiché il problema della chiave di registro è già stato risolto dalla casa madre.

Per maggiori informazioni:  https://www.caronni.it/seqrite-protezione-centralizzata-dlp/

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